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Educazione acquatica

 L'acquaticità neonatale è un’attività motoria che favorisce lo sviluppo armonico del bambino da tutti i punti di vista: psicologico, cognitivo, emotivo. In più, è un importante momento di condivisione per il bimbo e i suoi genitori, in un ambiente divertente e stimolante. Inoltre, la piscina diventa il luogo ideale, per mamma e papà, per scoprire il bebè e ricevere informazione in più sulle sue fasi di crescita. 

I primi tre anni di vita assumono grande importanza e in acqua i piccoli ricevono una giusta stimolazione motoria e percettiva. È necessario aver ben chiaro quali siano i canali percettivi, le capacità da stimolare e le esigenze specifiche nelle varie fasce di età, per poter proporre una serie di stimoli e di esercizi mirati, che siano percepibili ed adeguati all’età del bambino. Lo sviluppo degli schemi motori di base terrestri è ereditario e fa parte della “memoria della nostra specie”. Dipende dallo sviluppo biologico dell’apparato locomotorio, del sistema nervoso centrale e dagli stimoli provenienti dall’ambiente esterno. Gli schemi si sviluppano in sequenza ed ognuno include il precedente. In acqua invece, ogni schema motorio è acquisito solo grazie all’esperienza specifica, dipende dalla morfologia, dal peso specifico, dalla mobilità articolare e dalla maturazione del sistema nervoso. Uno schema può non includere il precedente, la sua acquisizione è legata anche allo stato emotivo con cui viene appreso e alla serenità della persona da cui viene proposto. 

Suddivisione in fasce d’età 

Nei nostri corsi, come in quelli raccomandati, i bambini vengono suddivisi in base all’età. 

- Prima fascia d’età: dai 3 ai 10 mesi 

- Seconda fascia: dai 10 ai 18 mesi 

- Terza fascia: dai 18 ai 24 mesi 

- Quarta fascia: dai 24 ai 36 mesi. 

 

In queste fasce d’età, la presenza del genitore/i è assolutamente necessaria, con un ruolo determinante. Chi meglio di lui è in grado di stimolare, di rassicurare, di coccolare, di consolare, di far reagire positivamente il suo piccolo?

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La triade

L’acqua rafforza il rapporto mamma-figlio o papà-figlio in modo positivo: si consolida così la triade. Gli effetti positivi sono visibili anche sui meccanismi di apprendimento, di fiducia di sé, di costruzione di personalità sicura e forte. La figura dell’istruttore, in un primo momento, è quella del suggeritore che insegna al genitore le prese e l’utilizzo del materiale didattico, guida ed insegna giochi e canzoncine, stimola, consiglia, frena gli entusiasmi e tranquillizza. Solo in un secondo momento, che in genere si concretizza intorno ai 24 mesi, l’insegnante si potrà sostituire completamente al genitore come figura di riferimento in acqua. Raggiungere questo obiettivo è indispensabile per lo sviluppo dell’autonomia e della sicurezza del bambino, ma è comunque necessario che si sia instaurato un rapporto di fiducia con l’istruttore e che l’allievo sia pronto per socializzare con i suoi compagni. 

Obiettivo: lo sviluppo del bambino

 

- Rafforzare il legame genitore-figlio per un miglioramento del controllo emotivo, per favorire la sicurezza, la fiducia di sé, l’autostima, l’autonomia con conseguente gestione dell’ansia da distacco; 

- miglioramento delle capacità di interazione con l’ambiente, accelerazione dei processi di socializzazione, rispetto delle prime regole comportamentali; 

 

- il miglioramento delle condizioni fisiche del bambino, rafforzando il sistema cardiocircolatorio, respiratorio, l’apparato scheletrico e muscolare; 

 

- il miglioramento delle capacità di coordinazione motoria, di apprendimento, di apprendimento, di comprensione di linguaggio e di concentrazione; 

 

- trasmettere gioia, divertimento e amore per l’ambiente acquatico. Emozioni che si possono trasmettere solo se si provano. Se un genitore prova sentimenti diversi da questi è bene che all’inizio il bambino entri in acqua con l’altro genitore o con uno zio, con la nonna, con qualcuno che sia per lui una figura di riferimento fino a quando non sarà in grado di stare senza accompagnatore; 

 

- l’ambientamento in acqua, che varia a seconda dell’età e dell’esperienza del bambino, dal controllo del galleggiamento e dello spostamento prono o supino (con o senza ausilio dei galleggianti), al controllo della respirazione e dell’apnea. Questo si ottiene attraverso immersioni e spostamenti subacquei, tuffi con tempi più o meno lunghi di risalita ma anche utilizzando giochi e materiali diversi nella proposta del tuffo (scivoli, tappetini ecc.). 

Il corso ideale 

Per essere una esperienza che “lasci il segno”, un corso dovrebbe avere la durata di 9 mesi.

Le sedute dovrebbero essere bisettimanali, della durata di 30-40 minuti.

Le prime lezioni possono essere più brevi. 

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Bisogna fare attenzione alle reazioni dei bambini alla temperatura e al nuovo ambiente sia esterno sia acquatico. Queste sono diverse da piccolo a piccolo: c’è chi si diverte da subito quindi ride, è incuriosito, si muove, si rilassa; chi invece, per l’eccitazione, subisce uno stress fisico e si stanca presto; chi piange perché disturbato da altre esigenze: fame, sonno, mal di pancia, dolore ai denti ecc. Il corso di acquaticità per loro deve essere soprattutto gioia di scoprire un mondo nuovo. Meglio farlo uscire prima e rinviare ad un momento di maggior serenità.

Cosa fare in piscina 

A bordo piscina, i genitori possono usufruire di un’area dedicata al cambio dei più piccoli: dai 3 ai 18 mesi. In questa fascia di età gli sbalzi di temperatura sono ancora più nocivi, perché il neonato non ha ancora un sistema termoregolatore adeguato. Sul piano vasca sono disponibili fasciatoi e tavoli, accanto alla doccia. I bambini, assieme ai genitori, dovranno fare la doccia direttamente sul piano vasca senza detergenti. E’ sufficiente un massaggio completo con dell’olio dopo la doccia per riequilibrare e idratare la pelle. Il bambino verrà spogliato degli indumenti intimi e del pannolino sul piano vasca e preparato con il costumino. Dopo la lezione, verrà lavato nella doccia che si trova sempre sul piano vasca, rivestito degli indumenti intimi, del pannolino e portato nello spogliatoio dell’accompagnatore. È buona norma igienica utilizzare il phon per i capelli, per i piedini, per le orecchie. Il bambino verrà completamente rivestito solo dopo che l’accompagnatore sarà pronto, in modo da permettere un graduale adattamento alle differenti temperature del piano vasca, dello spogliatoio e dell’ambiente esterno. Questi accorgimenti saranno utili ad evitare fastidiosi raffreddamenti. 

Norme e consigli per i genitori 

Al momento dell’iscrizione vengono fornite ai genitori tutte le informazioni sugli obiettivi del corso, sulle modalità per metterli al corrente del regolamento generale della associazione. Importanti accorgimenti per una lezione serena ed efficace: 

- portare il bambino sul piano vasca con pochi indumenti indosso, essendo l’ambiente della piscina caldo rispetto allo spogliatoio; 

 

- far bere il bambino dopo la lezione, in quanto spesso i bambini piangono a causa della sete; 

 

- fare al bambino la doccia con un detergente poco aggressivo, usare un olio da bagno sulla loro pelle che, oltre ad essere utilizzato per un massaggio rilassante, riporta la pelle ad un giusto equilibrio; 

 

- utilizzare negli spogliatoio l’asciuga-capelli prima di aver completamente rivestito il bambino, allo scopo di evitare l’eccessivo riscaldamento corporeo causa frequente di malattie da raffreddamento. 

 

- dotarsi di: ciabatte, accappatoio, cuffietta, costumino contenitivo o pannolino per nuoto, telo per il fasciatoio, occhialini per i più grandi. Per i genitori: cuffia, occhialini, ciabatte, costume, telo. 

Assenze e recuperi 

Per venire incontro alle esigenze di salute dei bambini, Asd Scuola Apnea Sardegna consente di recuperare le assenze perse nei mesi di giugno e luglio, con un massimo di 4 lezioni. Perché venga recuperata, ogni assenza deve essere comunicata con un sms la sera precedente la lezione, pena la perdita del diritto di recupero. 

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